La Canapa avanza, e con lei avanza il miglioramento nella vita delle persone. Purtroppo non avanza il governo italiano che puntualmente si gira dall’altra parte davanti ad un potenziale forse mai visto prima. Negli articoli precedenti abbiamo spiegato il valore del CBD correlato al Sistema Endocannabinoide e i principali benefici su determinati fastidi o patologie.
Oggi vi proponiamo la testimonianza significativa di due dottori, in quanto abbiamo sempre sostenuto che nessun medico è a prescindere contro la Canapa, ma semplicemente, chi non ne parla è perché non conosce l’argomento.
La dottoressa Antonella Chiechi, endocrinologa, ha vissuto un percorso di scoperta in merito ai benefici della canapa. Inizialmente scettica, ha poi approfondito gli studi sui semi e sull’olio di canapa, lasciandosi conquistare dalle loro proprietà nutrizionali. Da una posizione di diffidenza iniziale, la dottoressa è diventata una convinta sostenitrice di questo prodotto naturale, che ha integrato nella sua alimentazione e in quella della sua famiglia.

L’olio di canapa si rivela un valido alleato per il benessere. Le sue proprietà antinfiammatorie lo rendono efficace nel trattamento di diverse patologie, tra cui quelle respiratorie e cutanee. Inoltre, contribuisce a migliorare la salute cardiovascolare, aiutando a ridurre il rischio di malattie cardiache. È importante sottolineare che, sebbene non sia un farmaco, l’olio di canapa può essere un prezioso complemento alle terapie tradizionali.
Inoltre dichiara: “È per tutti. Per tutte le sue proprietà, come la proporzione ideale di grassi Omega-3 e Omega-6 presenti, può essere considerato un “vaccino” nutrizionale, nel senso che ha tutti i benefici di un alimento protettivo se inserito nella dieta quotidiana”.
Il Dottor Marco Bertolotto, invece, dirige da 15 anni il Centro di Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure e il Dipartimento di Riabilitazione della ASL2 Liguria.

La sua lunga esperienza clinica, a stretto contatto con pazienti affetti da diverse patologie dolorose, ha spinto il dottore a esplorare le potenzialità terapeutiche della cannabis. Iniziando con le tisane e passando poi agli oli, ha sviluppato una profonda conoscenza della pianta e dei suoi effetti. L’osservazione diretta dei benefici sui pazienti e la continua ricerca scientifica lo hanno convinto delle straordinarie potenzialità della cannabis nella gestione del dolore. Nonostante le limitazioni normative, l’Italia vanta una solida tradizione di ricerca in questo campo, e il dottore ha sempre sostenuto l’importanza di investire in questo settore per migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Il nostro corpo possiede un sofisticato sistema per percepire e gestire il dolore. Questo sistema, che coinvolge midollo spinale e cervello, è modulato dai cannabinoidi. Questi neurotrasmettitori agiscono come dei “freni naturali”, in grado di ridurre l’intensità del dolore. È come se il nostro corpo avesse un suo personale sistema antinfortunistico, dove i cannabinoidi giocano un ruolo fondamentale.
Afferma inoltre: ‘Siamo solo agli inizi di un percorso affascinante e pieno di incognite. La cannabis offre un potenziale terapeutico ancora tutto da esplorare, e tocca a noi medici pionieri aprire nuove strade. È fondamentale affrontare questa sfida con umiltà, curiosità e obiettività, superando i pregiudizi e approfondendo le nostre conoscenze.’
Ecco due testimonianze da chi indossa un camice e vede in questa pianta meravigliosa molti benefici per l’essere umano. Una vasta gamma di principi benefici totalmente naturali e riconosciuti dalla comunità scientifica ormai quasi da trent’anni. È il momento di affrontare l’argomento su tutti i fronti. Iniziando appunto dall’aspetto del benessere salutare, la cosa più importante che esista.
Ancora oggi, nel 2020 ci sono pazienti bisognosi Cannabis Medica o derivati, che soffrono per la carenza di questo prodotto, oppure sono costretti all’autoproduzione commettendo un reato. Si, perché ancora oggi, inspiegabilmente e contro tutti i diritti civici e costituzionali, coltivare cannabis per uso personale è reato. C’è un estremo bisogno d’informazione e di cambiare una legge ingiusta, che reprime onesti cittadini, con l’unico risultato di riempire le casse della criminalità organizzata.