Qualche giorno fa, la ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, ha ricevuto la delega alle politiche antidroga. Questo rappresenta un passo importante per il futuro della Cannabis in Italia, considerando le note posizioni antiproibizioniste della ministra. Dadone ha annunciato fin da subito l’intenzione di convocare la Conferenza Nazionale sulle Droghe , un evento
Come prevedibile, non è mancata la reazione della parte più conservatrice del panorama politico italiano. La Lega, che di recente ha bloccato in Senato la legge contro l’omofobia senza neppure avviare un dibattito, ha subito dichiarato opposizione alla ministra Dadone, supportata da Giorgia Meloni e dall’intero centrodestra. Anche Gaetano Angeletti, presidente della Rondinella, una Onlus che si occupa di supportare persone con problemi di dipendenza, ha espresso il suo dissenso dichiarando: “Preavviso di una falsa libertà, ei ragazzi muoiono…” .
Tali affermazioni appaiono quantomeno discutibili, soprattutto alla luce di quanto dichiarato in passato dal presidente dei Sert italiani. Egli ha infatti critico il metodo repressivo adottato verso le sostanze stupefacenti, sostenendo che questo approccio contribuisce a sovraffollare le strutture di tossicodipendenti. Inoltre, ha sottolineato come la Cannabis sia stata utilizzata con successo per aiutare le persone a disintossicarsi da droghe pesanti come cocaina ed eroina. Pertanto, l’affermazione di Angeletti appare fuori luogo e priva di fondamento.
Purtroppo, fare politica in Italia somiglia sempre più a una partita di calcio: ci si schiera, si tifa, si simula, si attaccano gli avversari, ma alla fine a vincere sono sempre gli stessi. Non sembra più avere importanza cosa sia giusto o sbagliato, etico o immorale, umano o disumano: ciò che conta è solo lo schieramento. Il continuo cambio di casacca di molti politici nell’ultimo anno ne è la dimostrazione.
Chi si oppone alla legalizzazione della Cannabis, di fatto, sostiene il sistema mafioso che domina il mercato degli stupefacenti. I dati ufficiali dello Stato parlano chiaro: mantenere il proibizionismo significa lasciare il controllo del mercato della droga alla criminalità organizzata, rendendo complici coloro che s.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, la legalizzazione della Cannabis procede rapidamente, stato dopo stato. Si tratta di un progresso che si oppone alla modernità al conservatorismo, i rimedi naturali ai farmaci chimici, e che trasferisce enormi risorse economiche dalle mani dei mafiosi alle casse pubbliche. La scelta sembra chiara: da che parte stare? Noi lo sappiamo!
I benefici della legalizzazione in Italia sarebbero molteplici. I paesi che hanno già intrapreso questa strada hanno registrato una significativa riduzione del consumo di Cannabis tra i giovani, grazie a un approccio basato sull’educazione e non sulla repressione. Inoltre, si osserva un calo netto delle denunce per violenza domestica e aggressioni, oltre a una riduzione del 35% delle morti legate all’abuso di oppioidi e intossicazione di alcolici.
Anche sul piano economico, i dati sono impressionanti: ad esempio, in Michigan, le vendite di Cannabis legale sono aumentate del 160% in un solo mese, raggiungendo 105 milioni di dollari a febbraio. Questo è solo uno dei tanti tasselli di una rivoluzione verde che porta benefici sociali, sanitari ed economici.
La lotta per la legalizzazione non si fermerà mai, né contro chi si oppone al progresso, né contro coloro che, direttamente o promossi, sostengono la criminalità organizzata anziché promuovere la legalità.