L’attenzione all’ambiente è diventata una priorità per un numero crescente di aziende e consumatori. Se fino a qualche anno fa solo pochi settori si interessavano a queste tematiche, oggi la sostenibilità è un fattore chiave nelle scelte di produzione e consumo.
Un settore che negli ultimi anni ha conosciuto un boom economico è quello della cannabis light. Dal 2016, anno in cui viene approvata la Legge sulla Canapa del 2 dicembre 2016, n. 242, sono nate moltissime coltivazioni, fino ad arrivare agli attuali oltre 4 mila ettari di canapa legale.
Da una nicchia di appassionati, favorita anche da una specifica circolare ministeriale del 2018, il settore della cannabis light ha conosciuto una crescita esponenziale, trasformandosi in un vero e proprio mercato. Questa espansione è stata accompagnata da un costante miglioramento delle tecniche di coltivazione, consentendo di ottenere prodotti di qualità sempre più elevata.
La “legalizzazione” della cannabis light ha portato a una rivalutazione delle proprietà della canapa, da sostanza stupefacente a risorsa per la rigenerazione ambientale. Questa trasformazione segna un cambiamento di paradigma nel modo in cui consideriamo questa pianta, aprendo nuove prospettive per un’economia più sostenibile.
La canapa si candida, quindi, come una delle soluzioni chiave per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo. La sua coltivazione, infatti, offre numerosi vantaggi: riduce la deforestazione, non necessita di trattamenti chimici dannosi e contribuisce a migliorare la qualità del suolo, quindi, rappresenta una risorsa importante per un futuro più sostenibile.
Le piante di canapa agiscono come veri e propri filtri naturali, assorbendo le sostanze nocive presenti nell’aria e nel terreno. Questa capacità di purificazione è particolarmente importante in aree inquinate o degradate, dove la canapa può contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente e la salute delle persone.
Non solo, infatti, le sue radici profonde, contribuiscono a prevenire l’erosione e a compattare il terreno, mentre le foglie e gli steli, ricchi di nutrienti, lo arricchiscono dopo la raccolta, mantenendolo fertile e pronto per nuove coltivazioni.”
La coltivazione di cannabis legale aiuterebbe a ridurre anche l’impatto ambientale che produce il settore tessile, il quale, potrebbe trarre grandi benefici dall’utilizzo della canapa al posto di cotone o lino. La canapa, infatti, richiede molta meno acqua per la coltivazione e produce un tessuto più resistente e duraturo, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile.
La canapa è anche un materiale da costruzione dalle proprietà uniche. Oltre a essere un ottimo isolante termico e acustico, è in grado di regolare l’umidità grazie alla sua elevata igroscopicità. Queste caratteristiche la rendono ideale per la costruzione di case ecologiche e a basso impatto ambientale. L’utilizzo della canapa nell’edilizia rappresenta un’opportunità per ridurre l’impronta ecologica degli edifici e promuovere un modello di sviluppo più sostenibile.