Un importante studio sul consumo giovanile di cannabis dimostra che le normative adottate per legalizzarla non hanno determinato un incremento dell’uso tra gli adolescenti.
Un recente rapporto della Cannabis Policy, Education And Regulator (CPEAR), una coalizione statunitense impegnata nella regolamentazione e nella sensibilizzazione sulla cannabis, ha evidenziato che la legalizzazione non è associata a un aumento del consumo giovanile. Questo documento, sostenuto anche da aziende leader nei settori del tabacco e dell’alcol, fornisce inoltre indicazioni utili ai decisori politici per prevenire l’uso improprio della cannabis tra i più giovani.
Il rapporto, intitolato “Affrontare i giovani e la cannabis: soluzioni per combattere e prevenire l’abuso giovanile attraverso un sistema di regolamentazione federale” , evidenzia come diversi studi hanno dimostrato che, nei mercati regolamentati, il consumo giovanile di cannabis sia rimasto stabile o addirittura diminuito. I dati raccolti non indicano alcun incremento nell’uso della sostanza tra gli adolescenti.
In sintesi, il documento afferma che la legalizzazione a livello statale non ha comportato un aumento del consumo tra i più giovani. Gli Stati che hanno adottato leggi per consentire l’uso terapeutico o ricreativo della marijuana per gli adulti non stanno registrando livelli più elevati di consumo giovanile rispetto a quelli in cui la sostanza è ancora proibita.
Parallelamente, il rapporto CPEAR sottolinea come la regolamentazione legale abbia contribuito a ridurre il mercato illecito ei danni associati al consumo giovanile di cannabis. Inoltre, mette in evidenza un aspetto cruciale: i prodotti acquistati illegalmente sono più esposti al rischio di contaminazione con sostanze pericolose rispetto a quelle disponibili in un mercato regolamentato. Di conseguenza, un sistema di vendita controllato può aiutare a ridurre i rischi per la salute dei giovani.

Va anche ricordato che i risultati di questo studio sono in linea con quelli di una ricerca pubblicata nel 2021 da studisi delle università John Hopkins e Harvard, oltre che dalla Massachusetts Cannabis Control Commission.
Paul Armentano, vicedirettore della National Organization for the Reform of Marijuana Laws (NORML), ha dichiarato in un comunicato stampa: “Questi dati dovrebbero rassicurare i legislatori e l’opinione pubblica sul fatto che l’esperienza degli Stati che hanno regolamentato la cannabis è positiva, sia per la salute pubblica che per la sicurezza collettiva” .