Editoriale

Assolto Cristian: il diritto alla cura è intoccabile

Cristian Filippo, un paziente calabrese affetto da fibromialgia, era stato accusato di coltivare illegalmente due piante di cannabis, ma è stato completamente assolto con la formula “il fatto non sussiste”.

Assistito dall’avvocato Gianmichele Bosco, con il supporto di Meglio Legale, Filippo rischiava una condanna fino a sei anni di carcere. Tuttavia, il giudice ha riconosciuto che la sua coltivazione era destinata esclusivamente a scopi terapeutici, per far fronte alla difficoltà di reperire cannabis medica.

“Sono sollevato e felicissimo per questa assoluzione. È stata una battaglia lunga e sofferta, e l’attesa è stata davvero difficile. Questo verdetto rappresenta un segnale forte non solo per me, ma per tutti coloro che si trovano nella mia stessa situazione. Ho agito per necessità, evitando di rifornirmi nel mercato nero. Spero che altri pazienti in Italia non debbano affrontare lo stesso calvario: sono stati tre anni d’inferno”, ha dichiarato Cristian all’uscita dal tribunale.

L’arresto era avvenuto nel giugno del 2019, e dopo aver scontato un mese ai domiciliari e due mesi con obbligo di firma, il processo si è finalmente concluso.

“Milleduecento giorni: tanto ci è voluto per dimostrare l’innocenza di Cristian. Ma il problema non è solo il tempo, è il peso dello stigma sociale che colpisce anche chi utilizza la cannabis per motivi di salute. È inaccettabile che le istituzioni continuino a impiegare risorse preziose – forze dell’ordine, avvocati, tribunali – per perseguitare pazienti che non hanno nulla a che fare con il traffico di droga. Cristian aveva persino una prescrizione medica”, ha commentato Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale, associazione che sostiene i diritti dei pazienti e che in passato aveva difeso anche il caso di Walter De Benedetto.

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