Editoriale

Il governo italiano e l’utilizzo dei VIP come propaganda

Dal nostro punto di vista, riteniamo che qualsiasi personaggio pubblico, prima di accettare un’offerta economica, dovrebbe interrogarsi sulla veridicità delle proprie affermazioni. Non dovrebbe limitarsi a recitare un copione in cambio di compensi finanziari, soprattutto quando si affrontano tematiche delicate come quella delle sostanze stupefacenti. Tuttavia, è innegabile che il potere economico e le relazioni con determinati individui possano risultare vantaggiosi.

Non si intende promuovere in alcun modo l’uso delle droghe, ma al tempo stesso una propaganda priva di fondamento scientifico non rappresenta una soluzione efficace al problema. Al contrario, potrebbe persino rafforzare l’attrattiva della trasgressione, specialmente tra i più giovani.

È fondamentale promuovere un’informazione accurata ed educativa sull’argomento, rivolta in particolare alle nuove generazioni. Solo attraverso questo approccio è possibile ottenere risultati concreti, come dimostrano le esperienze di paesi che hanno scelto di regolamentare alcune sostanze stupefacenti, accompagnando la legalizzazione con adeguati programmi informativi e formativi.

Inoltre, la regolamentazione di alcune sostanze sotto il controllo statale infliggerebbe un duro colpo alla criminalità organizzata, sottraendo risorse economiche ai circuiti illeciti per destinarle al settore pubblico. Questi introiti potrebbero essere utilizzati per finanziare campagne di sensibilizzazione e prevenzione basate sull’educazione anziché sulla repressione.

A titolo di esempio, il governo italiano investe milioni di euro nella prevenzione dell’abuso di alcol, sostanza legale che causa circa 50.000 decessi all’anno nel paese. Parallelamente, vengono impiegate ingenti risorse per reprimere il consumo di cannabis, una sostanza che, secondo la letteratura scientifica, non ha mai causato decessi nella storia dell’umanità.

L’attuale strategia governativa si limita a diffondere messaggi propagandistici e a organizzare conferenze caratterizzate da informazioni errate e prive di evidenze scientifiche, il cui unico scopo sembra essere quello di generare paura piuttosto che fornire un’adeguata educazione e consapevolezza.

Basta osservare l’esperienza di alcuni stati americani che hanno scelto di legalizzare la cannabis, registrando una riduzione del consumo giovanile fino al 35% in determinati contesti. Tuttavia, il governo italiano continua a ignorare questi dati, perseverando in una politica repressiva che, negli ultimi cinquant’anni, non ha fatto altro che incrementare il numero di consumatori.

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