Editoriale

Ancora cani nelle scuole: la finta guerra alla droga di un governo folle

“Droga nello zainetto scoperta a scuola grazie al fiuto del cane”. Così apriva la sua prima pagina la Gazzetta di Mantova il 17 marzo scorso.

L’Italia si conferma sempre più rigida e repressiva nei confronti dei consumatori di cannabis, continuando a investire cifre esorbitanti in operazioni di controllo che spesso ricevono di mira giovani studenti per pochi grammi di sostanza.

Non intendiamo giustificare chi porta droghe nelle scuole, ma è necessario evidenziare l’approccio discutibile e inefficace con cui il governo italiano affronta la sua cosiddetta “lotta alla droga”.

Cosa rimane di queste operazioni? Un ragazzo umiliato, un titolo sensazionalistico sui giornali che esalta il “cane eroe” e nessun reale impatto sulla criminalità o sulla prevenzione dell’uso di sostanze. Nessuna educazione, nessun cambiamento concreto, solo repressione fine a sé stessa.

Il costo di questa strategia è enorme: ogni anno, vengono spesi oltre due milioni di euro dei contribuenti per finanziare le unità cinofile nelle scuole, con sequestri che raramente superano pochi grammi. Su scala più ampia, il costo per ogni grammo di cannabis sequestrato in Italia si aggira intorno ai 500 euro di denaro pubblico. Un utilizzo discutibile delle risorse, che potrebbero invece essere destinate a contrastare la criminalità organizzata oa finanziare programmi di educazione e prevenzione nelle scuole.

Mentre la politica italiana continua a inseguire con cieco accanimento una strategia fallimentare, il vero problema resta irrisolto. Non ci resta che attendere la prossima retata, l’ennesimo studente nel mirino e l’ennesimo spreco di denaro, in un Paese che sembra incapace di affrontare il tema delle droghe con razionalità e buon senso.

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