Nel 1971, cinque studenti delle scuole superiori di San Rafael, California , usarono il termine “4:20” in connessione con un piano per la ricerca di un raccolto di cannabis abbandonato, basato su una mappa del tesoro realizzata dal coltivatore.
Chiamandosi Waldos, perché il loro tipico luogo di ritrovo “era un muro fuori dalla scuola”, i cinque studenti: Steve Capper, Dave Reddix, Jeffrey Noel, Larry Schwartz e Mark Gravich hanno designato la statua di Louis Pasteur sul terreno della San Rafael High School come luogo di incontro e le 16:20 come orario di incontro. I Waldos si riferivano a questo piano con la frase “4:20 Louis”.

Dopo diversi tentativi falliti di trovare il raccolto, il gruppo alla fine ha abbreviato la frase in “4:20”, che alla fine si è evoluta in una parola in codice che gli adolescenti usavano per riferirsi al consumo di cannabis.
Il salto da gergo locale a fenomeno globale avviene quando Dave Reddix, uno dei Waldos, ha un fratello che lavorava come roadie per Phil Lesh, il bassista dei Grateful Dead. Attraverso questo legame con la leggendaria band psichedelica, il termine “420” si diffonde tra i fan dei Dead (i “Deadheads”). Il passaparola si espande durante i tour negli anni ’70 e ’80, finché nel 1990 un volantino con l’invito a “fumare alle 4:20 del 20 aprile” arriva alla redazione della rivista High Times, bibbia internazionale della cultura cannabica.
Il 420 oggi è molto più di un codice tra fumatori, ma è anche una vetrina commerciale per aziende del settore, festival, e attivismo; è simbolo di resistenza contro proibizionismo e stigma. Una giornata di celebrazione e rivendicazione, sia per chi consuma cannabis a scopo ricreativo che terapeutico. (Immagine in alto di Canapa Ossolana)
Buon 420 a tutti!!