Una “guerra alla droga” che lo Stato conduce in difesa ma senza difendere nulla, anzi continuando a farsi degli “autogol” assurdi.
1. Lo Stato respinge la legalizzazione.
Le mafie ringraziano.
La legalizzazione della cannabis sottrarrebbe alle casse del crimine circa l’80% degli introiti attuali, denaro che entrerebbe nelle casse dello Stato. Garantirebbe, inoltre, maggior controllo sulla sostanza e porterebbe una maggior conoscenza e sensibilizzazione sull’argomento
2. Reprime i consumatori.
Le mafie ringraziano.
Lo Stato invece di reprimere gli utilizzatori di sostanze stupefacenti, dovrebbe comprendere i veri motivi per i quali le persone si legano alle sostanze e sensibilizzarle verso il loro utilizzo o abuso. La repressione non disincentiva l’utilizzo di droghe.

3. Perseguita i “pesci piccoli”.
Le mafie ringraziano.
Lo Stato impiega il 70% delle proprie risorse per perseguire “pesci piccoli” associati allo spaccio di stupefacenti; il 76% circa di queste risorse è impegnato contro la cannabis. Risorse che potrebbero essere impegnate al contrasto delle organizzazioni criminali, delle droghe pesanti e mortali, o meglio ancora ad una maggiore e corretta sensibilizzazione sull’argomento.
4. Lo Stato fa la guerra all’attuale mercato legale italiano.
Le mafie ringraziano.
Il settore della “cannabis light” ha sottratto alle organizzazioni criminali dal 10 al 14% degli introiti derivati dallo spaccio di cannabis. Lo Stato combattendo questo settore, riporterebbe quella percentuale nelle casse delle mafie.
5. Perseguita minorenni nelle scuole.
Le mafie ringraziano.
Milioni e milioni di euro di soldi pubblici buttati via nelle scuole italiane per le operazioni “scuole sicure” che portano al sequestro di quantità irrisorie di sostanze e spesso sono un vero e proprio trauma per gli studenti. Queste risorse potrebbero essere investite nelle operazioni contro le mafie, contro le droghe pesanti e contro il vero crimine.

6. Reprime i giovani incitandone il consumo.
Le mafie ringraziano.
Il consumo di droghe è in costante aumento nei paesi che reprimono tale atteggiamento. Al contrario, nei paesi dove si legalizzano, i consumi diminuiscono, come ad esempio per la cannabis. Negli Stati Uniti grazie alla legalizzazione della cannabis è diminuito il consumo tra i giovani di oltre il 20%.
7. La droga più perseguita dallo Stato è la cannabis.
Le mafie ringraziano.
La cannabis è la sostanza più utilizzata in Italia (10% circa della popolazione). Ma al secondo posto abbiamo la cocaina (7% circa della popolazione). Come visto nel rapporto della DCSA, per ogni grammo di cocaina sequestrato se ne sequestrano quattro di cannabis, ma la cocaina ha un mercato molto più redditizio e molto più ampio della cannabis in Italia e nel resto del mondo.
8. Combatte la tossicodipendenza con la repressione.
Le mafie ringraziano.
Come per un consumatore semplice, anche per un tossicodipendente, la repressione è il metodo meno efficace per la via della disintossicazione. La dipendenza nasconde svariate sfaccettature, e reprimerla, spesso rischia solo di alimentarla.
9. Reprime i consumatori e gli spacciatori, ma non modifica l’ambiente in cui loro vivono.
Le mafie ringraziano.
Se si reprimere tutto il consumo e lo spaccio di una sostanza stupefacente, ma non si modifica mai l’ambiente e il contesto in cui questi fenomeni esistono, la storia sarà destinata a ripetersi.

10. Lo Stato fa credere ai cittadini che combatte la droga, ma non è vero, è una favola per raccogliere consensi.
Le mafie ringraziano.
Con tutte queste azioni sconsiderate e controproducenti, lo Stato italiano illude la popolazione di intraprendere la famosa “guerra alla droga”, ma in effetti non fa altro che alimentare questo fenomeno, rovinando maggiormente le vite delle persone, soprattutto giuridicamente.