Editoriale

Se il CBD non è una droga, come può essere approvato l’art.18 del DDL Sicurezza?

Un paradosso che ha dell’incredibile. Da più di un anno e in più occasioni, il TAR del Lazio ha sospeso il decreto che prevederebbe l’inserimento delle “estrazioni di CBD (cannabidiolo) ad uso orale” (estrazioni che derivano dalla canapa industriale) nella tabella dei farmaci stupefacenti, quindi di fatto dichiarandolo NON STUPEFACENTE, quindi privo di qualsiasi effetto drogante.

L’articolo 18 del DDL Sicurezza, che prevede in sostanza l’abbattimento dell’intero settore della canapa industriale, viene inserito in un contesto di sicurezza pubblica, cioè si vuole vietare l’utilizzo del fiore della canapa industriale salvaguardare la sicurezza dei cittadini, come ad esempio la condotta in sicurezza di un qualsiasi mezzo di trasporto.

Ma è proprio qui che le due teorie si scontrano. Basta applicare la logica, senza nemmeno entrare nell’aspetto scientifico. Ricordiamo che nelle “estrazioni” la percentuale di principio (CBD) è maggiore e concentrata rispetto alle infiorescenze. Quindi, se il TAR ha confermato più volte che le estrazioni di CBD non hanno alcun effetto stupefacente, CI DOMANDIAMO SU QUALI BASI SCIENTIFICHE E LOGICHE L’ARTICOLO 18 DEL DDL SICUREZZA POSSA ESSERE APPROVATO.

Ovviamente la risposta è molto chiara: SU NESSUNA BASE. Purtroppo la realtà è ben diversa, tale articolo del DDL è basato sull’ideologia e l’opinione personale di chi lo ha scritto, nonché sulla probabile collusione con apparati fuori dallo Stato poco trasparenti e forse anche poco raccomandabili. Non vi è altra ragione se non quella dell’ignoranza o la malafede di chi ha partorito una castroneria simile che gioca con la vita di 20.000 famiglie italiane.

Personalmente crediamo che se l’art.18 venisse approvato, assisteremo a processi su processi dove alla fine probabilmente gli accusati verranno assolti per mancanza di prove scientifiche, non basta dire che una sostanza è una droga, bisogna sicuramente dimostrarlo. E a suon di processi vinti, probabilmente l’art. 18 verrà sospeso o modificato. Ma intanto quante persone avranno perso il lavoro? quante persone si saranno indebitate per le spese legali? Quante famiglie verranno rovinate?

Uno Stato che così facendo, scaccia gli italiani e il made in Italy dall’Italia. Noi ovviamente non ci fermeremo mai. Ringraziamo le associazioni e gli avvocati che sono a lavoro per contrastare questo scempio. Magari non subito, magari lottando e portando un po di pazienza, ma di sicuro prima o poi vinceremo noi.

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