Fino ad oggi i controlli basati sui test antidroga ad un posto di blocco venivano effettuati in pochissimi casi, anche perché le forze dell’ordine non disponevano di una dotazione sufficiente per un controllo frequente. Non bastava risultare positivi al test antidroga per dichiarare uno stato di alterazione, e quindi il soggetto sottoposto a controllo veniva accompagnato in ospedale dove tramite le analisi delle urine o del sangue si stabiliva l’effettivo valore della sostanza presente nel corpo e quindi lo stato di alterazione.
Dal 14 dicembre basterà risultare positivi ad un semplice test rapido per incorrere in una sanzione e nella sospensione della patente.
Gli strumenti che verranno utilizzati dalle forze dell’ordine sono stati acquistati con fondi pubblici pari a circa 10milioni di euro. Il fattore che più ci preoccupa è la non uniformità di tali strumenti di controllo. Polizia, Carabinieri e Polizia Locale non disporranno degli stessi strumenti di controllo, bensì utilizzeranno test diversi che avranno una taratura diversa uno dall’altro.
Esiste una seria possibilità di risultare positivi o meno in base a quale autorità testi il soggetto. Un fattore assurdo ed inquietante, ma che potrà essere uno dei punti essenziali che potranno impugnare i vari avvocati nei diversi processi che potranno verificarsi dal 14 dicembre in poi.
Per l’ennesima volta siamo di fronte ad un qualcosa di grottesco e dir poco comico partorito dalla politica italiana contro i propri cittadini, che con la sicurezza stradale non ha nulla in comune.