La cannabis, spesso criticata per i suoi effetti sulla memoria a breve termine, potrebbe non avere l’impatto negativo sulla salute del cervello a lungo termine come molti credono.
Uno studio condotto dall’Università di Copenhagen in Danimarca e pubblicato sulla rivista Brain and Behavior il mese scorso ha concluso che i consumatori di cannabis hanno mostrato un declino cognitivo leggermente inferiore dalla prima età adulta alla tarda mezza età, rispetto ai non consumatori.
La ricerca ha coinvolto più di 5.000 uomini e ha analizzato vari parametri nell’arco di 44 anni.
Sorprendentemente, né l’età di inizio del consumo di cannabis né la frequenza dell’uso hanno avuto un impatto significativo sull’invecchiamento cognitivo. Questi risultati sfidano i miti tradizionali e aprono la porta a ulteriori ricerche sulla complessa relazione tra consumo di cannabis e funzione cognitiva.
Lo studio, condotto per oltre quattro decenni su un gruppo di uomini danesi, ha esplorato i cambiamenti nei punteggi del QI come misura del declino cognitivo. Dai risultati sono emerse diverse informazioni che vale la pena evidenziare:
Declino cognitivo : i consumatori di cannabis hanno sperimentato una diminuzione di 1,3 punti del QI in 44 anni rispetto ai non consumatori.
Età di esordio : iniziare a consumare cannabis prima dei 18 anni non ha avuto un impatto misurabile sulle prestazioni cognitive a lungo termine.
Frequenza d’uso : anche l’uso frequente di cannabis (almeno due volte a settimana) non è stato associato a un declino cognitivo più rapido.
I consumatori di cannabis rivelano una migliore conservazione dei livelli di QI nel tempo.
Contrariamente alla credenza comune, la cannabis – spesso classificata come una droga ad alto potenziale di abuso – potrebbe non essere così dannosa per la salute cognitiva come si pensava in precedenza. I ricercatori hanno analizzato i risultati dei test di intelligenza in due momenti chiave nella vita dei partecipanti: la prima età adulta (intorno ai 20 anni) e la tarda mezza età (intorno ai 64 anni).
I consumatori di cannabis hanno dimostrato un leggero vantaggio nel preservare i loro livelli di QI nel tempo. Se si prendono in considerazione le variabili dello stile di vita come il livello di istruzione, il QI di base e l’uso di sostanze, la cannabis non ha dimostrato di avere alcun effetto dannoso sul declino cognitivo.
Rompere il mito della cannabis e della cognizione
Per decenni la cannabis è stata collegata a disturbi della memoria a breve termine e problemi cognitivi. Tuttavia, questo studio mette in discussione questa narrazione, suggerendo che gli effetti a lungo termine della cannabis sulla salute del cervello sono più sottili. Ecco le principali conclusioni:
Età di inizio del consumo di cannabis : l’inizio del consumo di cannabis nell’adolescenza o nell’età adulta non ha peggiorato significativamente il declino cognitivo nel tempo.
Frequenza di consumo : il consumo regolare di cannabis, anche più volte alla settimana, non è associato ad un declino cognitivo più pronunciato.
Istruzione e stile di vita : il QI di base, la formazione accademica e lo stile di vita generale sembrano avere un impatto più significativo sull’invecchiamento cognitivo rispetto al consumo stesso di cannabis.
Sebbene le differenze osservate siano modeste, sollevano importanti domande su come la cannabis interagisce con la salute del cervello, in particolare durante il processo di invecchiamento. (cannareporter.eu, articolo completo qui)