Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha commentato la proposta di Nicola Gratteri sui test per i politici, esprimendo la sua disponibilità a sottoporsi a quello antidroga senza esitazioni.
Tuttavia, sull’alcol ha invitato a una maggiore cautela, distinguendo tra la guida in stato di ebbrezza e il semplice consumo moderato. “Vengo dalla terra del prosecco, e se mi fosse vietato, potrei anche dimettermi. Dopotutto, Churchill salvò l’Europa accompagnando i pasti con champagne e brandy dopo cena”, ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera.
Si, avete capito bene. Questa è l’ennesima dimostrazione che viviamo in un paese dove i politici difendono l’alcol (sostanza cancerogena che provoca 17mila morti all’anno in Italia) e talvolta ne inneggiano il consumo e dove, invece, la cannabis (zero morti nella storia) non si può nemmeno nominare.
Immaginate solo per un secondo se avesse detto: “Se mi vietassero di farmi le canne potrei dimettermi.”
Mezza Italia avrebbe gridato allo scandalo. Ed è proprio questo il punto: la dissonanza cognitiva instaurata nella mente delle persone. Basta confrontare i dati dei decessi (di cui sopra) relativi alle due sostanze per comprendere.
Come sempre ci teniamo a ricordare che la nostra non è una crociata contro l’alcol. L’obiettivo è portare alla luce una disparità di trattamento nei confronti delle due sostanze. Disparità del tutto ideologica, controversa e priva di ogni fondamento scientifico.