In Austria, la cannabis light, con il suo contenuto di THC inferiore allo 0,3%, è stata sottoposta a severe restrizioni. Non solo è soggetta a una tassazione elevata, equiparabile a quella dei prodotti del tabacco, ma la sua vendita è stata monopolizzata dai tabaccai, limitando notevolmente la libertà di commercio e di scelta del consumatore.
Ma come si è arrivati a questa decisione? Tutto è successo quando un’imprenditore del paese ha fatto causa allo Stato dopo aver importato una partita di canapa a basso contenuto di THC. La controversia legale ha riguardato la classificazione dei fiori di canapa essiccati. L’imprenditore sosteneva che questi prodotti non fossero da considerarsi tabacco e quindi non soggetti all’imposta corrispondente. Tuttavia, le autorità fiscali hanno ritenuto che, indipendentemente dall’uso effettivo, i fiori di canapa rientrassero nella definizione di prodotti da fumo e pertanto fossero tassabili come tali. Questa interpretazione è stata confermata dalla Corte finanziaria federale.
Il tribunale amministrativo ha stabilito che i fiori di canapa sono soggetti all’imposta sul tabacco, dato che possono essere liberamente fumati, senza la necessità di ulteriori lavorazioni industriali. Una decisione, in linea con la normativa europea, che potrebbe aprire la strada a nuovi scenari nel settore canapicolo europeo.
Diversamente, in Italia, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) attraverso la nota ufficiale prot. 573454/RU del 16/09/2024, stabilì che: la canapa industriale, non è assimilabile ai tabacchi lavorati e non rientra nelle competenze dell’ADM.
La sentenza austriaca rischia di cambiare per sempre il futuro della cannabis light in Austria e forse anche in Europa?