ITALIA

La canapa industriale veneta in forte crescita, grazie anche ai fondi pubblici

Il Veneto rappresenta la terza regione italiana per estensione delle coltivazioni di canapa industriale e la quarta per numero di punti vendita dedicati a questo settore. Tuttavia, appare contraddittorio che il nuovo Disegno di Legge Sicurezza, il quale prevede il divieto dell’intera filiera della canapa industriale, si ponga in netto contrasto con i finanziamenti pubblici che la Regione Veneto ha destinato proprio a tale comparto.

La normativa regionale che ha incentivato la coltivazione della canapa in Veneto ha costituito un progresso significativo per il settore agricolo locale. Coldiretti, principale associazione di categoria, ha sostenuto questa iniziativa, riconoscendo nella canapa una coltura capace di garantire redditività e sostenibilità ambientale. Negli ultimi anni, la coltivazione della canapa si è consolidata nella regione, coinvolgendo centinaia di agricoltori, in particolare giovani imprenditori, che hanno scelto di investire in questa filiera. Tale crescita è stata supportata da una legge regionale promossa con l’obiettivo di incentivare il settore, favorendo al contempo lo sviluppo economico e il rispetto per l’ambiente.

A conferma di questo impegno, nel 2019 il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato il progetto “Indagine sulle filiere canapicole in Veneto – FILCANVEN 2024”, destinato al sostegno e alla promozione della filiera agroindustriale e agroalimentare della canapa. Successivamente, nel 2020, sono stati stanziati fondi pubblici non solo per supportare la produzione agricola, ma anche per finanziare attività di informazione finalizzate alla divulgazione delle proprietà della canapa e dei suoi molteplici utilizzi nei settori agroalimentare e industriale.

Di contro, il governo nazionale sembra orientato verso un approccio opposto, proponendo un provvedimento che, di fatto, mira a eliminare l’intero comparto, in aperto contrasto con le normative e le sentenze europee, i principi del diritto del lavoro e le evidenze scientifiche. Si tratta di una posizione ideologica priva di fondamenti giuridici e tecnici, che rischia di compromettere la stabilità economica di circa 20.000 famiglie italiane e di penalizzare i consumatori, favorendo indirettamente l’espansione del mercato nero.

L’impatto economico di un simile provvedimento potrebbe essere ancora più grave se si considerasse la possibilità che molte aziende italiane del settore decidano di trasferire la propria produzione all’estero, mentre quelle che resterebbero nel Paese si vedrebbero costrette a importare prodotti dall’estero, dato che la libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione Europea non può essere impedita.

Questa scelta appare miope e rischia di danneggiare un settore che, negli ultimi otto anni, ha generato entrate fiscali significative per lo Stato. Si stima, infatti, che il comparto della canapa industriale in Italia abbia attualmente un valore economico di circa 500 milioni di euro. Di fronte a tali dati, la decisione di ostacolare questa filiera appare irrazionale e priva di una visione strategica per il futuro del settore agricolo e industriale del Paese.

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