ITALIA

La cannabis come arma contro il Covid

In attesa del vaccino, anche la cannabis potrebbe contribuire nella lotta contro il Covid-19, soprattutto come terapia di supporto. Aurélia De Pauw, ricercatrice di Tetra Bio-Pharma, sta sviluppando il farmaco Ppp003, un cannabinoide sintetico che potrebbe ridurre la tempesta di citochine, una reazione immunitaria potenzialmente fatale nel coronavirus, e prevenire la disfunzione polmonare nelle fasi avanzate. Attualmente, l’azienda è nella fase finale dei test preclinici, con l’obiettivo di avviare la Fase 2 entro fine anno.

Anche altri ricercatori stanno esplorando i benefici della cannabis: Igor Kovalchuk, dell’Università di Lethbridge, sta studiando varietà di cannabis con alto contenuto di CBD, che potrebbero ridurre l’infiammazione e inibire le proteine che permettono al virus di entrare nelle cellule. In Israele, il medico Barak Cohen sta sperimentando il CBD contro il Covid-19, utilizzando l’Epidiolex, un farmaco già approvato per l’epilessia.

In Italia, la Pea ultra-micronizzata, una sostanza naturale simile ai cannabinoidi, è in fase di sperimentazione. Francesco Della Valle, presidente dell’Epitech Group, spiega che questa sostanza potrebbe stimolare il sistema immunitario contro il virus. Anche la Fsd Pharma, con sede in Canada, sta sviluppando una versione ultra-micronizzata della Pea e punta a testarla contro il Covid-19 entro il 2021.

Secondo il farmacologo Sabatino Maione, la Pea non curerà il Covid-19, ma può agire come adiuvante, potenziando la risposta immunitaria. Anche il CBD, grazie alla sua sicurezza e tollerabilità, potrebbe essere utile come supporto nel trattamento, fino all’arrivo di un vaccino definitivo.

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