Editoriale

Il trauma dei giovani causato dalla finta guerra alla droga

Spesso vi abbiamo parlato della finta guerra alla droga che le istituzioni attuano sul territorio italiano. Una battaglia che effettivamente si scatena contro la persona, contro i giovani e non contro la vera e propria criminalità. Come sempre, premettiamo, che non vogliamo in alcun modo incentivare l’utilizzo di sostanze stupefacenti, ma portare alla luce l’attuale interpretazione di tale fenomeno da parte dello  Stato.

Lo Stato investe milioni di euro di soldi pubblici per l’articolo 75 D.P.R. 309/1990, il quale stabilisce che chiunque, per farne uso personale illecitamente importa, esporta, acquista, riceve a qualsiasi titolo o comunque detiene sostanze stupefacenti è sottoposto a sanzioni amministrative.

Sanzioni amministrative che prevedono solitamente il ritiro della patente e un percorso di recupero presso il Sert o Serd, il servizio pubblico per le tossicodipendeze, dove, sostanzialmente, chi ha fumato una canna o risulta semplicemente in possesso di cannabis o hashish, deve seguire un percorso simile a chi dipende da droghe come cocaina ed eroina.

Anni di test, controlli e spese economiche da sostenere per il malcapitato, il quale nella quasi totalità dei casi non stava guidando sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ma viene sanzionato solo per una scelta personale e libera della propria vita. Si perché, da sempre, chi viene trovato in possesso di cannabis o hashish, anche se è seduto in un parco o sta facendo una passeggiata, viene sottoposto all’articolo 75.

Immaginate di essere seduti in un parco con una birra nello zaino, e che arrivi la Polizia per un controllo e vi ritiri la patente solo perché quella birra si trova nel vostro zaino. Non siete ubriachi, non state guidando sotto l’effetto di alcol, non state bevendo ma comunque vi vene ritirata la patente e imposto un percorso riabilitativo. Come vi sentireste?

Oggi vi proponiamo in queste slide alcune testimonianze raccolte da Antonella Soldo presidente di Meglio Legale. Storie di persone che hanno subito vere e proprie persecuzioni da parte dello Stato, giovani e giovanissimi sottoposti al calvario amministrativo o giudiziario che le istituzioni definiscono “Guerra alla Droga”. 

Anni di testimonianze, report e statistiche, dimostrano che per quanto riguarda l’argomento “droghe” la repressione ha totalmente fallito. Siamo fermamente convinti che la soluzione sia l’informazione, la sensibilizzazione, l’educazione e il controllo sulle sostanze stupefacenti.

Ne sono un esempio lampante i dati dei paesi che, hanno legalizzato la cannabis, dove si è riscontrato un calo di consumo della sostanza tra i giovani. Dati che dovrebbero far riflettere le istituzioni italiane, che però, di fronte a tutto questo, voltano lo sguardo dall’altra parte.

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