Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nel gennaio del 2022, emanò un decreto volto a disciplinare la coltivazione, la raccolta e la prima trasformazione delle piante officinali. Tale provvedimento suscitò particolare attenzione nel settore della canapa industriale, poiché includeva la Cannabis sativa L. tra le colture soggette a regolamentazione, con possibili restrizioni sugli utilizzi consentiti.
Il decreto mirava a stabilire criteri normativi per l’impiego di erbe e piante officinali in ambito erboristico, cosmetico e farmaceutico. Tuttavia, la previsione di un possibile vincolo sull’utilizzo di fiori e foglie di canapa al solo settore farmaceutico ha sollevato preoccupazioni tra gli operatori del settore, che già impiegano tali parti della pianta per la produzione di alimenti, cosmetici e materiali innovativi. Tale limitazione appare in contrasto con la Legge 242/2016, che promuove la coltivazione e l’impiego della canapa in vari ambiti industriali.
In risposta, diverse associazioni e imprese, tra cui Canapa Sativa Italia, Sardinia Cannabis e Federcanapa, hanno presentato ricorso al TAR del Lazio, contestando la compatibilità del decreto con la normativa nazionale ed europea. Con le sentenze n. 02613/2023 e n. 02616/2023, il TAR ha accolto le istanze dei ricorrenti, ribadendo che la coltivazione della canapa industriale non può essere limitata ai soli semi e relativi derivati, né circoscritta esclusivamente al settore farmaceutico.
Nonostante ciò, i Ministeri competenti hanno impugnato le sentenze dinanzi al Consiglio di Stato, invocando un’interpretazione più restrittiva della normativa sulle piante officinali, con particolare riferimento alla tracciabilità e ai controlli sanitari. Il 13 febbraio 2025, il Consiglio di Stato ha esaminato preliminarmente i ricorsi, sollevando dubbi sulla loro fondatezza e concedendo alle parti trenta giorni per presentare memorie integrative.
L’udienza definitiva è fissata per il 2 ottobre 2025 e avrà rilevanti implicazioni per il settore della canapa industriale e per l’intero comparto delle piante officinali. Qualora il Consiglio di Stato confermasse la decisione del TAR, verrebbe consolidata la centralità della Legge 242/2016, garantendo un ampio spettro di utilizzi della canapa. Al contrario, un’eventuale pronuncia favorevole ai Ministri potrebbe introdurre vincoli più rigidi, limitando significativamente il mercato e l’innovazione nel settore.
L’esito della controversia definirà il quadro normativo della filiera, con possibili impatti sulle imprese, sulla ricerca e sulla crescita dell’industria della canapa a livello nazionale ed europeo.