Nei giorni scorsi, numerosi quotidiani nazionali italiani hanno pubblicato articoli che mettono in discussione la compatibilità tra l’uso di cannabis e l’ambito lavorativo. Testate nazionali, come il Corriere della Sera , hanno riportato titoli allarmistici, tra cui: “Con la cannabis memoria e salute del cervello sono a rischio.” Tuttavia, tali titoli si sono rivelati meramente sensazionalistici, finalizzati ad attirare l’attenzione dei lettori.
Analizzando il contenuto degli articoli, è emerso chiaramente che gli studi citati non si riferivano al consumo occasionale, bensì all’uso cronico e prolungato della sostanza. Come sempre sottolineato da noi in ogni contesto, l’abuso di cannabis può avere effetti negativi ed è fortemente sconsigliato.
Ma per quanto riguarda l’uso moderato? Utilizzare cannabis incide sulle prestazioni lavorative?
Uno studio condotto da ricercatori della San Diego State University e della Auburn University ha sfatato il luogo comune secondo cui il consumo di cannabis nel tempo libero comprometterebbe le prestazioni lavorative. I risultati, pubblicati sulla rivista Group & Organization Management , dimostrano che l’uso di cannabis al di fuori dell’orario di lavoro non ha effetti negativi sulla produttività, la collaborazione tra colleghi o il comportamento sul posto di lavoro.
L’indagine ha coinvolto 281 dipendenti, analizzando la loro efficienza lavorativa in relazione al momento in cui facevano uso di cannabis. I dati raccolti indicano che il consumo dopo il lavoro non ha effetti negativi sulle prestazioni e potrebbe persino favorire il recupero dallo stress quotidiano. Secondo il professore Jeremy Bernerth, uno degli autori dello studio, rilassarsi con la cannabis potrebbe aiutare i lavoratori a ricaricare le energie e affrontare meglio le sfide professionali del giorno successivo.
I ricercatori sottolineano che non tutte le forme di consumo di cannabis incidono sulle capacità lavorative, mettendo così in discussione i pregiudizi diffusi sull’argomento. Questi risultati suggeriscono la necessità di approfondire ulteriormente la comprensione dell’uso di sostanze e il suo impatto nel contesto professionale.