Nonostante le oltre 500.000 firme raccolte in pochi giorni sul #ReferendumCannabis, un dibattito serio sui benifici della legalizzazione tarda a decollare sui principali canali di informazione.

L'informazione
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Nonostante le oltre 500.000 firme raccolte in pochi giorni sul #ReferendumCannabis, un dibattito serio sui benifici della legalizzazione tarda a decollare sui principali canali di informazione.
Il vento sta cambiando nel Vecchio Continente. L’approccio proibizionista alla cannabis, che ha caratterizzato per decenni le politiche europee, è sempre più contestato. Governi di diversi paesi stanno riconoscendo i limiti di questo modello e stanno adottando misure più pragmatiche, orientate alla regolamentazione del mercato e alla tutela della salute pubblica. La criminalizzazione dei consumatori è sempre più percepita come un errore, mentre si fa strada la consapevolezza che la cannabis è una questione complessa che richiede soluzioni innovative.
Un uomo, disoccupato a causa della pandemia, si è trovato di fronte a un dilemma: curarsi con la cannabis prescritta dal medico, ma con un costo di 840 euro al mese, oppure coltivare la propria erba. La seconda opzione, però, gli è costata cara: sequestro di tutto il raccolto e denuncia penale.
L’attenzione all’ambiente è diventata una priorità per un numero crescente di aziende e consumatori. Se fino a qualche anno fa solo pochi settori si interessavano a queste tematiche, oggi la sostenibilità è un fattore chiave nelle scelte di produzione e consumo.
Secondo il primo studio mai condotto sul tema (di MinervaTop) è emerso che il 18% degli italiani ne fa un uso saltuario e il 6% regolare.
Il Massachusetts si conferma un pioniere nella legalizzazione della cannabis. Con un fatturato di oltre 2,54 miliardi di dollari in soli tre anni, il mercato legale della marijuana ha dimostrato di essere un successo.
Una recente scoperta scientifica ha rivelato il potenziale della cannabis nella lotta contro il COVID-19. Ricercatori dell’Oregon State University hanno identificato due composti della cannabis, l’acido cannabigerolico (CBGA) e l’acido cannabidiolico (CBDA), in grado di legarsi alla proteina spike del coronavirus, impedendogli di infettare le cellule umane. Questa scoperta apre nuove prospettive per lo sviluppo di terapie antivirali.
La raccolta delle 620mila firme per il referendum sulla cannabis ha raggiunto un traguardo fondamentale: la Corte di Cassazione ha validato le firme raccolte. Ora si apre la strada per un referendum popolare che potrebbe avvenire già la prossima primavera. I cittadini italiani avranno finalmente l’opportunità di esprimersi su una questione che da anni divide l’opinione pubblica.
Non esiste nessun decreto ministeriale attuato, ma è solo uno schema all’interno dello stesso decreto, non ancora firmato. Qualora il decreto ministeriale dovesse seguire lo schema proposto, non avrebbe assolutamente qualsivoglia profilo di legittimità in quanto la legge n°242 del 2016 non prevede, per quanto concerne le foglie e le infiorescenze che implicitamente sono contenute nel comparto florovivaistico, la possibilità di delega e deroga ad una fonte di norma secondaria come è di fatto il decreto ministeriale.
Mentre la plastica tradizionale deriva da risorse fossili, la bioplastica rappresenta una valida alternativa sostenibile. Prodotta a partire da materie prime rinnovabili come l’amido di mais o la cellulosa, la bioplastica offre una soluzione più ecologica per ridurre l’impatto ambientale. Negli ultimi anni, la canapa si è aggiunta alla lista delle materie prime utilizzate per la produzione di bioplastiche, aprendo nuove prospettive per un futuro più sostenibile.