Il tribunale di Vicenza ha emesso una sentenza che segna un duro colpo per l’Arma dei carabinieri: quattro militari sono stati condannati per episodi di violenza e falsificazione di atti pubblici risalenti all’estate del 2019.

L'informazione
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Il tribunale di Vicenza ha emesso una sentenza che segna un duro colpo per l’Arma dei carabinieri: quattro militari sono stati condannati per episodi di violenza e falsificazione di atti pubblici risalenti all’estate del 2019.
Un nuovo fronte giuridico si apre contro il Decreto Sicurezza del governo Meloni, che colpisce duramente il comparto della canapa industriale italiana. Il provvedimento, infatti, secondo le imprese del settore, sarebbe stato adottato senza la necessaria comunicazione preventiva alla Commissione europea, configurando una potenziale violazione delle direttive comunitarie.
Oggi, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, è stata raccontata da Meglio Legale la storia di Elena Tuniz, una delle prime persone colpite dalle conseguenze del nuovo Codice della Strada, promosso da Matteo Salvini.
Il pubblico ministero Gemma Miliani ha richiesto una condanna a 20 anni di reclusione per ciascuno dei cinque imputati coinvolti nell’esplosione della fabbrica di cannabis light a Gubbio, avvenuta il 7 maggio 2021 nella località di Canne Greche. Il tragico incidente ha causato la morte di due persone e il ferimento grave di altre.
Si è conclusa la fase istruttoria del processo relativo all’esplosione del laboratorio di cannabis light a Gubbio, un tragico evento che ha provocato la morte di un giovane di 18 anni e di una donna di 52, oltre a causare gravi ferite permanenti ad altri due ragazzi. Il procedimento proseguirà con l’udienza del 20 marzo, dedicata alla requisitoria del pubblico ministero Gemma Miliani, seguita il 27 marzo dagli interventi delle parti civili e il 10 aprile dalle arrighe della difesa. Con la chiusura dell’istruttoria, il giudice ha formalmente acquisito tutti gli elementi probatori, comprese testimonianze e documentazione.
Nel panorama giudiziario italiano del 2025, dopo anni di sentenze controverse che hanno sollevato ampi dibattiti, non dovremmo più sorprenderci di fronte all’olocausto della giustizia italiana. Imprenditori onesti, come quelli del settore canapicolo, si trovano quotidianamente a dover affrontare processi estenuanti, spesso solo per aver svolto il proprio lavoro.
Luca Marola, pioniere della cannabis light in Italia con il marchio “easyjoint”, dopo anni di processo, ha parlato per la prima volta in aula a Parma.
L’ultima udienza si terrà il 29 maggio, la fine del processo piú grande nel nostro paese in materia di cannab1s light. Le sensazioni appaiono positive, anche se ad oggi il nostro sistema giudiziario, a riguardo, non smette mai di sorprenderci, purtroppo negativamente. Un processo che è apparso fin da subito simbolo dell’attacco dello Stato nei confronti del settore piú discusso degli ultimi anni.
Superare la soglia di 0,5% di THC nelle infiorescenze non equivale sempre a commettere un reato penale. Ogni singolo caso ha le sue particolarità che lo differenzia dagli altri, e tutti i casi vanno analizzati con massima attenzione.
Il Tribunale di Patti, rappresentato dalla Dott.ssa Eleonora Vona, ha emesso il 17 dicembre 2024 una sentenza di assoluzione per Gianmario Vento, residente a Gioiosa Marea, accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo era stato arrestato nel novembre 2021 dai Carabinieri di Gioiosa Marea, che durante alcune perquisizioni presso la sua abitazione avevano sequestrato oltre un chilogrammo di marijuana.
Affetto da artrite reumatoide, aveva deciso di coltivare cannabis durante la pandemia, quando le farmacie non riuscivano a garantire la fornitura dei farmaci di cui aveva bisogno. La vicenda giudiziaria di un 45enne di Supersano, nel Salento, si è conclusa con un’assoluzione, nonostante la richiesta di condanna a otto mesi avanzata dall’accusa.