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Studio: fumare cannabis durante l’adolescenza non modifica la struttura del cervello

La ricerca, condotta da un team di studiosi dell’Arizona State University e dell’Università di Pittsburgh, ha seguito i partecipanti per un arco di circa 20 anni. Nella prima fase, sono stati selezionati 1.000 adolescenti, classificati in quattro gruppi in base ai loro livelli di consumo di cannabis tra i 13 e i 19 anni, da chi non ne faceva uso a chi ne faceva un utilizzo quotidiano.

I semi di canapa preziosi per il nostro benessere

Ogni giorno emergono nuove “soluzioni miracolose” per rispondere ai più svariati malesseri, ma spesso la risposta più semplice è anche quella più efficace: tornare alla natura.

Come? Non serve essere esperti: basta riscoprire le scelte essenziali che l’umanità ha sempre adottato. E nel frattempo, è utile approfondire certi argomenti e tenersi aggiornati sulle scoperte scientifiche che li riguardano.

La cannabis danneggia i polmoni? Una fake news smentita da studi scientifici

Dopo aver letto articoli preoccupanti sui danni polmonari derivanti dall’uso di cannabis, come quello pubblicato dall’Agi e da Meteo Web, abbiamo deciso di esaminare più approfonditamente il legame tra cannabis e salute polmonare. L’Agi, nel suo articolo intitolato “Cannabis e problemi respiratori: un pericolo ancora troppo sottovalutato”, fa riferimento a uno studio turco presentato al Congresso Europeo di Salute Respiratoria. Questo studio ha esaminato un gruppo di adolescenti che usavano cannabis mista a tabacco per 4 anni, confrontando i risultati con quelli di non fumatori. Naturalmente, i dati dei fumatori erano peggiori, ma il problema risiede nel fatto che la ricerca ha analizzato l’uso combinato di cannabis e tabacco, non separatamente. Quindi, i danni riscontrati non possono essere attribuiti esclusivamente alla cannabis, un po’ come se si accusasse l’acqua di essere pericolosa dopo averla mescolata con la candeggina.

Articoli e titoli distorti: continua il terrorismo mediatico sulla cannabis

Questo è il titolo di un articolo riportato oggi con il classico copia-incolla dalla maggior parte dei mass media. Un titolo che da solo fa rabbrividire. Peccato che poi all’interno dell’articolo, viene corretto il tiro dallo stesso scrittore. Infatti, come precisa di seguito: “…nelle sue urine il laboratorio dell’ospedale ha trovato tracce di cannabis. Ed è probabilmente all’ingestione, si ritiene accidentale, della sostanza che si attribuisce la causa del suo stato.”

La cannabis come arma contro il Covid

In attesa del vaccino, anche la cannabis potrebbe contribuire nella lotta contro il Covid-19, soprattutto come terapia di supporto. Aurélia De Pauw, ricercatrice di Tetra Bio-Pharma, sta sviluppando il farmaco Ppp003, un cannabinoide sintetico che potrebbe ridurre la tempesta di citochine, una reazione immunitaria potenzialmente fatale nel coronavirus, e prevenire la disfunzione polmonare nelle fasi avanzate. Attualmente, l’azienda è nella fase finale dei test preclinici, con l’obiettivo di avviare la Fase 2 entro fine anno.

Legalizzazione della cannabis in Italia: è il momento giusto?

Sembra che la legalizzazione della cannabis non sia ancora una priorità per l’Italia. In particolare, l’opposizione, con la destra in prima linea, continua a fare della lotta al proibizionismo e alla guerra contro gli spacciatori il fulcro delle proprie battaglie politiche, spesso amplificate tramite post sui social in tono aggressivo. Anche il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, che in passato contavano tra le proprie fila diversi sostenitori della legalizzazione, oggi sembrano poco inclini a mettere il tema in cima all’agenda politica.