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Monitoraggio ISS sulle prescrizioni di cannabis medica: 100mila dal 2019 al 2024

Tra il 2019 e il 2024, sono stato erogate circa 100.000 prescrizioni magistrali di cannabis a scopo terapeutico, coinvolgendo complessivamente circa 28.000 pazienti. Qesti sono i dati emersi dal rapporto di monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità. L’età media dei soggetti trattati si aggira intorno ai 60 anni, con una prevalenza femminile. Oltre il 60% delle prescrizioni riguarda due preparati specifici inclusi da diverse concentrazioni di THC e CBD.

Cannabis e gravidanza: utilizzo sconsigliato e casi eccezionali

Gli studi scientifici sull’uso della cannabis in gravidanza presentano numerose lacune metodologiche, rendendo difficile trarre conclusioni definitive sugli effetti del THC sul feto. Molte ricerche non tengono conto di altri fattori di rischio, come il consumo di alcol e tabacco, rendendo difficile isolare l’impatto della cannabis. Una analisi di studi incrociati del 2016 ha evidenziato come i dati esistenti non siano sufficienti a dimostrare un chiaro legame causale tra l’uso di cannabis in gravidanza e danni al feto.

Non solo tabacco: Philip Morris vuole anche la cannabis

Vectura Fertin Pharma (VFP) di Philip Morris International (PMI), sta ampliando i propri orizzonti nel settore della cannabis terapeutica, posizionandosi come un attore chiave in questo mercato in crescita. La recente collaborazione con Avicanna, azienda canadese specializzata nella medicina dei cannabinoidi, testimonia l’impegno di VFP nell’esplorare nuove frontiere e sviluppare soluzioni innovative per i pazienti.

CLINN garantirà assistenza legale gratuita ai propri pazienti

l progetto Clinn annuncia l’assistenza legale gratuita dedicata ai pazienti in cura con la cannabis terapeutica, garantendo loro supporto in caso di un controllo stradale delle forze dell’ordine.

Il servizio per ora sarà riservato SOLO AI PAZIENTI IN CURA PRESSO IL CENTRO CLINN, e coprirà le spese processuali, peritali e di difesa per tutti i pazienti fermati durante il controllo stradale e che risulteranno positivi al test salivare.

Cannabis terapeutica: la Valle D’Aosta introduce l’olio

Accanto alla formulazione in decotto, la Regione Valle d’Aosta, attraverso l’Assessorato alla Sanità e l’Azienda Sanitaria Locale (USL), ha introdotto anche la possibilità di accedere alla cannabis terapeutica in forma di olio. Questa opzione, considerata più pratica e semplice da assumere, è coperta dal Sistema Sanitario Regionale (SSR).

Secondo quanto comunicato dall’azienda sanitaria, tali farmaci possono essere prescritti esclusivamente dai medici del Servizio di Terapia del Dolore (SSD) mediante ricetta rossa non ripetibile, in conformità con la normativa nazionale. Le preparazioni disponibili sono realizzate dalle farmacie territoriali utilizzando materie prime fornite dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare o estratti oleosi standardizzati di fornitori autorizzati dal Ministero della Salute. La quantità massima prescrivibile copre fino a 60 giorni di trattamento.

Il dottor Lorenzo Pasquariello, responsabile del SSD Terapia del Dolore, sottolinea l’importanza di questa nuova formulazione:

“L’olio di cannabis era molto atteso, soprattutto da pazienti che hanno difficoltà nella deglutizione o trovano il decotto poco gradevole. Questa preparazione consente un dosaggio preciso e una maggiore praticità, poiché può essere assunto direttamente in gocce o distribuito su un alimento, come una fetta di pane. Inoltre, rispetto al decotto, che richiede prescrizioni ogni 30 giorni, l’olio permette un trattamento continuativo fino a 60 giorni.”

La cannabis terapeutica è disponibile con copertura SSR in Valle d’Aosta dal 2017, inizialmente solo in forma di decotto. Tuttavia, il dottor Pasquariello chiarisce un aspetto cruciale della terapia:

“La cannabis non è un antidolorifico diretto. Il suo effetto nel trattamento del dolore si basa principalmente sul rilassamento muscolare, che nel tempo porta a un sollievo indiretto. È fondamentale non fraintendere questa caratteristica: spesso i pazienti la richiedono senza una reale comprensione del suo meccanismo d’azione, magari dopo averne sentito parlare da conoscenti o medici. L’accesso alla terapia, dunque, non è automatico, ma subordinato a una valutazione specialistica.”

Per poter ottenere la prescrizione, il paziente deve sottoporsi a una visita presso il Servizio di Terapia del Dolore, presentando tutta la documentazione medica necessaria. La cannabis terapeutica viene prescritta solo in presenza di specifiche condizioni, tra cui:

  • Spasticità associata a malattie neurodegenerative come sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica e Parkinson, quando provoca dolore a seguito di movimenti involontari.
  • Dolore cronico resistente ai farmaci antinfiammatori o oppiacei.
  • Patologie gravi, spesso di natura oncologica, per le quali la cannabis può offrire un supporto terapeutico.

L’introduzione della formulazione in olio rappresenta quindi un passo avanti nell’accessibilità e nell’efficacia della terapia, offrendo ai pazienti un’alternativa più gestibile rispetto al decotto e garantendo un trattamento più personalizzato.

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