Se l’Articolo 18 dovesse essere approvato, comporterebbe l’eliminazione della canapa industriale dal mercato italiano?

L'informazione
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Se l’Articolo 18 dovesse essere approvato, comporterebbe l’eliminazione della canapa industriale dal mercato italiano?
Si tratta di un paradosso di notevole entità. Da oltre un anno, e in più occasioni, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha sospeso il decreto che prevedeva l’inserimento delle “estrazioni di CBD (cannabidiolo) ad uso orale” – derivate dalla canapa industriale – nella tabella dei farmaci stupefacenti. Di conseguenza, il TAR ha più volte stabilito che il CBD non è una sostanza stupefacente e non possiede effetti psicotropi.
La Commissione Europea ha avviato un’indagine per verificare se le disposizioni contenute nel Ddl Sicurezza in materia di canapa siano conformi ai trattati e alle normative dell’Unione Europea. L’annuncio è stato dato dall’eurodeputata Valentina Palmisano (Movimento 5 Stelle).
Il 4 ottobre 2023 , la Corte di Giustizia Europea ha emesso una sentenza nella causa C-793/22, chiarendo in maniera inequivocabile la posizione dell’Unione Europea in merito alla coltivazione e commercializzazione della canapa industriale.
Abbiamo già trattato ampiamente questo argomento, ma è importante ribadirlo. Giuridicamente, scientificamente e logicamente, non vi è alcuna giustificazione per vietare la cannabis light, in quanto si tratta del fiore di una pianta che non ha effetti stupefacenti. Vietarla sarebbe paragonabile a voler proibire il basilico, una scelta assolutamente priva di fondamento.
Premesso che non intendiamo in alcun modo incentivare la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, riteniamo che alcune disposizioni contenute nel nuovo disegno di legge, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri e attualmente in attesa di discussione parlamentare, risultino eccessivamente repressive.