Ad oggi, in Italia l’aria è molto tesa per quanto riguarda il settore della cannabis, tra decreti, incertezze giuridiche ed emendamenti, vige un malcontento generale.

L'informazione
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Ad oggi, in Italia l’aria è molto tesa per quanto riguarda il settore della cannabis, tra decreti, incertezze giuridiche ed emendamenti, vige un malcontento generale.
La legislatura è iniziata da neanche due giorni, e già i guai sono in arrivo. La destra di questo Paese continua a fare della guerra alla cannabis un folle, dannoso e stupido baluardo ideologico. Non soltanto rendendo piena di ostacoli la via verso la legalizzazione, ma volendo andare a colpire persino ciò che oggi è GIÀ legale.
È comprensibile che molti abbiano pensato che, con l’elezione di Giorgia Meloni, la prospettiva di una legalizzazione della cannabis sia ormai irrealizzabile. Tuttavia, ritengo che questa visione sia limitata e non necessariamente fondata. Potrei sbagliarmi, ma ho validi motivi per dubitare di questa convinzione.
Non esiste nessun decreto ministeriale attuato, ma è solo uno schema all’interno dello stesso decreto, non ancora firmato. Qualora il decreto ministeriale dovesse seguire lo schema proposto, non avrebbe assolutamente qualsivoglia profilo di legittimità in quanto la legge n°242 del 2016 non prevede, per quanto concerne le foglie e le infiorescenze che implicitamente sono contenute nel comparto florovivaistico, la possibilità di delega e deroga ad una fonte di norma secondaria come è di fatto il decreto ministeriale.
Revocato il decreto del Ministero della Salute che prevedeva l’inserimento delle preparazioni orali a base di CBD nella tabella dei medicinali del testo unico sugli stupefacenti. La notizia, riportata da La Stampa, annuncia il dietrofront ufficiale: con un atto datato 28 ottobre, l’entrata in vigore del provvedimento è stata sospesa con effetto immediato, in attesa dei pareri richiesti all’Istituto Superiore di Sanità e al Consiglio Superiore di Sanità.
Il Decreto del Ministro della Salute del 1 ottobre 2020, che ha stabilito che le “composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis” rientrano nella tabella medicinali, sezione B, del Testo Unico Stupefacenti (DPR 309/1990), ha determinato di fatto l’illiceità di tutti gli estratti di cannabis, col rischio di compromettere anche quelli per le destinazioni ammesse dalla Legge sulla Canapa Industriale (242/2016).
Samuele Guiotto, 43 anni, è esasperato dai continui furti che minacciano la sua coltivazione legale di cannabis avviata lo scorso maggio lungo la Priabonese, a Cornedo. Le piante, utilizzate in vari settori come quello terapeutico, cosmetico e tessile, sono regolarmente coltivate con tutte le autorizzazioni necessarie. Tuttavia, la situazione diventa critica al calare della sera.