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I recettori dei cannabinoidi si rivelano promettenti contro il cancro al seno

Un recente studio pubblicato su PLOS ONE ha analizzato gli effetti degli agonisti selettivi recettori cannabinoidi sulle cellule del cancro mammario triplo negativo (TNBC), in particolare sulla linea cellulare MDA-MB-231. 1 ricercatori hanno scoperto che una combinazione di agonisti recettori CB1 e CB2, in un rapporto 2:1, ha inibito significativamente la formazione di colonie e ha indotto l’arresto del ciclo cellulare in fase S in queste cellule tumorali.

Gli studi dimostrano che la legalizzazione della cannabis non danneggia la salute mentale

Le evidenze scientifiche indicano che la legalizzazione della cannabis non è associata a un aumento dei rischi per la salute mentale, come lo sviluppo di psicosi. Uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association non ha riscontrato variazioni significative nell’incidenza di disturbi psicotici dopo l’introduzione di normative più permissive sulla cannabis.

Cannabis terapeutica: la Valle D’Aosta introduce l’olio

Accanto alla formulazione in decotto, la Regione Valle d’Aosta, attraverso l’Assessorato alla Sanità e l’Azienda Sanitaria Locale (USL), ha introdotto anche la possibilità di accedere alla cannabis terapeutica in forma di olio. Questa opzione, considerata più pratica e semplice da assumere, è coperta dal Sistema Sanitario Regionale (SSR).

Secondo quanto comunicato dall’azienda sanitaria, tali farmaci possono essere prescritti esclusivamente dai medici del Servizio di Terapia del Dolore (SSD) mediante ricetta rossa non ripetibile, in conformità con la normativa nazionale. Le preparazioni disponibili sono realizzate dalle farmacie territoriali utilizzando materie prime fornite dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare o estratti oleosi standardizzati di fornitori autorizzati dal Ministero della Salute. La quantità massima prescrivibile copre fino a 60 giorni di trattamento.

Il dottor Lorenzo Pasquariello, responsabile del SSD Terapia del Dolore, sottolinea l’importanza di questa nuova formulazione:

“L’olio di cannabis era molto atteso, soprattutto da pazienti che hanno difficoltà nella deglutizione o trovano il decotto poco gradevole. Questa preparazione consente un dosaggio preciso e una maggiore praticità, poiché può essere assunto direttamente in gocce o distribuito su un alimento, come una fetta di pane. Inoltre, rispetto al decotto, che richiede prescrizioni ogni 30 giorni, l’olio permette un trattamento continuativo fino a 60 giorni.”

La cannabis terapeutica è disponibile con copertura SSR in Valle d’Aosta dal 2017, inizialmente solo in forma di decotto. Tuttavia, il dottor Pasquariello chiarisce un aspetto cruciale della terapia:

“La cannabis non è un antidolorifico diretto. Il suo effetto nel trattamento del dolore si basa principalmente sul rilassamento muscolare, che nel tempo porta a un sollievo indiretto. È fondamentale non fraintendere questa caratteristica: spesso i pazienti la richiedono senza una reale comprensione del suo meccanismo d’azione, magari dopo averne sentito parlare da conoscenti o medici. L’accesso alla terapia, dunque, non è automatico, ma subordinato a una valutazione specialistica.”

Per poter ottenere la prescrizione, il paziente deve sottoporsi a una visita presso il Servizio di Terapia del Dolore, presentando tutta la documentazione medica necessaria. La cannabis terapeutica viene prescritta solo in presenza di specifiche condizioni, tra cui:

  • Spasticità associata a malattie neurodegenerative come sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica e Parkinson, quando provoca dolore a seguito di movimenti involontari.
  • Dolore cronico resistente ai farmaci antinfiammatori o oppiacei.
  • Patologie gravi, spesso di natura oncologica, per le quali la cannabis può offrire un supporto terapeutico.

L’introduzione della formulazione in olio rappresenta quindi un passo avanti nell’accessibilità e nell’efficacia della terapia, offrendo ai pazienti un’alternativa più gestibile rispetto al decotto e garantendo un trattamento più personalizzato.

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La dissonanza cognitiva nella percezione del pericolo: l’OMS conferma i danni dell’alcol

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