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A Udine l’olio di cannabis verrà rimborsato dal sistema sanitario regionale

Una grande vittoria per i pazienti: grazie alla mobilitazione di oltre 3480 cittadini e all’impegno dell’associazione Diritti del Malato, l’olio di cannabis per uso terapeutico sarà finalmente rimborsato dal Servizio Sanitario Regionale. Dopo una lunga attesa, chi soffre di gravi patologie potrà accedere a questa terapia senza dover affrontare costi eccessivi.

Università di Chicago: il CBD può bloccare l’infezione Covid-19 nelle cellule umane

Una ricerca dell’Università di Chicago ha rilevato che il CBD potrebbe inibire l’infezione da COVID-19 in cellule umane e topi. Tuttavia, gli autori sottolineano che questi effetti sono stati osservati solo con dosi elevate di CBD purificato, non con prodotti commerciali. Pertanto, l’uso di prodotti a base di CBD non è raccomandato per la prevenzione del COVID-19.

Alcuni principi attivi della cannabis bloccano l’infezione da Covid19

Una recente scoperta scientifica ha rivelato il potenziale della cannabis nella lotta contro il COVID-19. Ricercatori dell’Oregon State University hanno identificato due composti della cannabis, l’acido cannabigerolico (CBGA) e l’acido cannabidiolico (CBDA), in grado di legarsi alla proteina spike del coronavirus, impedendogli di infettare le cellule umane. Questa scoperta apre nuove prospettive per lo sviluppo di terapie antivirali.

Il concentrato di CBD per modulare il tremore

Tra tutti i tremori, sono sicuramente gli spasmi involontari alle mani quelli che creano più disagio, e sono proprio gli spasmi alle mani ad essere i sintomi più riconoscibili all’inizio in una possibile patologia. Il tremore essenziale si manifesta specialmente in individui di età superiore ai 40 anni ma non va confuso con malattie come il Parkinson. Infatti, questo può essere un sintomo della malattia, ma se si soffre di tremore essenziale non è assolutamente detto che questo indichi la presenza del morbo di Parkinson.

Ora è ufficiale: la Cannabis è una medicina

Nel febbraio del 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconobbe ufficialmente la Cannabis come una sostanza medica, evidenziandone i benefici terapeutici. Tuttavia, l’OMS mantenne il limite del THC (il principale principio psicoattivo della pianta, oggi illegale in Italia) a una soglia minima dello 0,2%, praticamente trascurabile. Questa decisione rappresentava un passo importante per l’intero settore, ma in Italia passò quasi inosservata, complice la scarsa attenzione riservata dai mass media, spesso focalizzati esclusivamente sulle vicende politiche.